domenica 29 novembre 2015

Amore, fedeltà e....patti



I valori che sorreggono le nostre esistenze non sono di per sè giusti o sbagliati, ma hanno il potere di condizionare  l’armonia , la salute ed il benessere delle nostre relazioni affettive. I valori buoni e vitali mettono in armonia le le leggi naturali della vita e quelle culturali sociali. Abbiamo, in apparenza, ampia facoltà di scelta , altre volte subiamo valori che ci sono stati propinati nell'educazione e negli usi della nostra cultura o ceto di provenienza. Parlando della "fedeltà" come valore si fa riferimento spesso ad una sorta di patto condiviso in coppia come se fosse un contratto giuridico. Anche i termini con cui si esprimono diventano simil giuridici....violazione....venir meno..inadempienza...sanzioni . Intanto però all'interno di un relazione vissuta come tradimento viaggiano sintomi pericolosi: ansia, rabbia, depressione, confusioni e crisi di valori. Chiariamo intanto che i rapporti affettivi, d'amore, amicali, sentimentali non possono essere regolati da norme razionali, da patti più o meno espliciti , buone intenzioni o da valori rigidamente interpretati. Se in un rapporto d’amore non coltivo quotidianamente “l’essere  attenti all’altro” inteso come “attenzione amorosa” non vigilanza paranoica; se non innaffi la pianta vitale quotidianamente avendone cura erotica è inevitabile che la relazione debba deteriorarsi. Il tradimento arriva come ricerca di linfa vitale per non morire. La richiesta nascosta della fedeltà a prescindere, ad vitam, è negazione dell’amore e della propria responsabilità, di esserci davvero in una relazione. Una pianta non curata amorevolmente prima o poi sarà destinata a inaridirsi e sfiorire. 

martedì 3 novembre 2015

Paura di vivere..paura d'amare...paura di affidarsi.....mente che semina dubbi e crisi.......respiro e cuore compresso.....


Molti credono ancora che conoscendo le cause remote dei propri mali si possa guarire o migliorare. Purtroppo una certa cultura anche psicologica ci ha abituati a cercare sempre le cause ed a essere ostinatamente miglioristi. Il primo a restarne vittima fu lo stesso Freud, il quale si rese conto che interpretando i contenuti dei suoi pazienti, questi, pur sapendo tanto di se stessi, non riuscivano comunque a sciogliere il disagio o il malessere. Davanti al disagio ,alla sofferenza è importante smettere di chiedersi i "perchè", di parlarci dentro sulle cause, di parlarne a tutti i costi con qualcuno o lamentarsi, di cercare cause nel passato. Il disagio non è una malattia ( spesso è trattato a colpi di farmaci) ma la spia luminosa dell'anima che ci avverte che ci stiamo discostando dal nostro processo d'individuazione, dal progetto profondo alchemico che l'anima ci ha riservato e che fiorisce continuamente nei processi vitali e che abbiamo paura di vivere, paura d'amare. 

Fa sera...

Fa sera.....ti ho visto disperato all'angolo del bar con la tua minuscola fisarmonica, la tua musica forzatamente allegra ...tra l'indifferenza di un mondo in festa tra luci, illusioni e sogni colorati. Rimetti in tasca ancora una volta la tua mano tesa, delusa e piena di gelo. Se ognuno di noi lasciasse scendere per un solo attimo le lacrime del mondo si accenderebbe un fuoco vivo d'amore da poter donare a tutti quelli che soffrono in silenzio, nell'invisibilità più assoluta, quelli che non sapranno mai se domani sarà un altro giorno . 

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