L'aggressività non s'identifica con la violenza. "Aggressivo non è uguale a Cattivo".
L'aggressività, come il colesterolo, è di due tipi; la buona aggressività e quella cattiva. Aggressività, in senso buono, significa nella sua radice originaria "ad-gredior", andare verso , decidere, proporsi, agire autonomamente per raggiungere le proprie mete nel rispetto degli altri, accettare il confronto, mettersi in gioco. Senza aggressività naturale sana, dunque, non può esserci autoaffermazione nè autostima.
L'aggressività cattiva, invece, è più vicina alla violenza, rende reattivi, fa reagire a tutte le situazioni esterne, in maniera indiscriminata, come se queste costituissero una minaccia reale alla propria integrità e spesso alla propria immagine. Manca presenza e attenzione ai fatti concreti e alle parole, non si ascolta realmente l'interlocutore ma solo la propria paranoia interna. Si aggredisce, anche in via preventiva, per difendersi, pensando sempre di essere attaccati. Gran parte dei blocchi posti all'aggressività dei bambini producono seri problemi di autoaffermazione e di autostima. Molta cattiva educazione familiare equipara "aggressivo con cattivo". Il fine dell'aggressività non è la violenza gratuita ma semplicemente quello di rendere possibile il soddisfacimento di un bisogno vitale esistenziale.
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