venerdì 24 luglio 2015

Tempo e respiro...

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Quante volte ci è capitato sentir dire: "ora mi fermo un attimo, il tempo di respirare un pò" (magari fumando una sigaretta)........."poi riprendo"......
Diciamo che nel nostro tempo si vive così. Conta di più "il riuscire" , la meta o l'obbiettivo da raggiungere che la nostra salute. C'è tanta gente in giro che tratta se stesso come un prodotto industriale perfezionato da una tempistica perfetta.
Anche fare l'amore, per una coppia "progetto", è programmato entro un tempo ritenuto intervallo possibile tra il non respiro del quotidiano e lo stop impietoso del respiro del sonno, della stanchezza serale, che spesso porta, invece, sogni agitati ed incubi. Non si sa più cosa sia benessere e il tempo libero (putroppo) totalmente delegati alle palestre programmate o ai fine settimana anch'essi programmati . I figli , percepiti come intervali tra lavoro, tempistica ed efficienza dell'organizzazione familiare restano spesso degli sconosciuti. Fortunatamente abbiamo buoni amici che ci vengono in soccorso: ansia, somatizzazioni, fobie, attacchi di panico e depressione. Sono gli unici amici che ci vogliono bene davvero e si occupano realmente di noi stessi. Vengono per dirci che non stiamo vivendo bene, che siamo alieni al nostro corpo, che corriamo il rischio di ammalarci seriamente, che non stiamo amando, che dobbiamo assolutamente cambiare. Ma si sa..... gli amici spesso non vengono ascoltati.

martedì 21 luglio 2015

Dalla terra dei fuochi...........Il risveglio della coscienza......


La coscienza non si risveglierà mai con ragionamenti, con la dialettica culturale o con estenuanti dibattiti politici, nei salotti o con le cosiddette psicochiacchiere di opinionisti e tuttologi. La coscienza si risveglia nel recuperare emozioni e sentimenti sepolti da tempo sotto una coltre di paure e di compromessi. Si parla spesso di identità e di appartenenza confondendo "orgoglio" con "dignità": ma se per un attimo risvegli dentro di te l'odore originario della tua terra, della sua zolla umida di umori, il vento che sfiora i campi , a volte con l'odore di legna bruciata dal contadino dal fumo bianco non tossico, allora recuperi un'emozione profonda che hai perduto da tempo, la nostalgia della memoria, le tue radici, la tua storia e scoprirai, con sgomento, che sei stato spogliato della tua "appartenenza" , della tua dignità, dell'amore, della condivisione e della libertà del tuo respiro. Allora riconoscerai la rabbia sana naturale che monta dentro di te e recupererai il coraggio e la coscienza civile di lottare contro il degrado umano che sta attraversando le nostre terre e la nostra anima vendute per anni alla criminalità, alla camorra ed alla politica. Diventiamo seminatori di dignità perchè essa tocca l'anima profonda , risveglia la "coscienza" e la libertà interiore. 

lunedì 20 luglio 2015

la paura di star da soli

Separsi vuol dire "individuarsi", incominciare a vivere , ad essere se stessi: senza individuazione si va alla cieca nelle relazioni affettive, sociali e lavorative.
Ci sono quelli che pur non stando bene in un rapporto lasciano all'altro la responsabilità di prendere decisioni e distanze; ci son quelli che non riescono a star da soli alla fine di una storia e saltano di palo in frasca pur di non vivere la dimensione del proprio vuoto interiore, quel vuoto che prelude ad una importante crescita ed alla evoluzione della personalità;
Ci son poi quelli che" fanno giri immensi e poi ritornano" e chiamano grande amore il fallimento ad essere se stessi, l'incapacità a cambiare, l'incapacità ad amare. La vita e l'amore sono il dono più bello che possediamo, nulla è scontato, nulla resta uguale nel tempo, nulla è per sempre. La vita incalza, pensare di congelare un amore per sopravvivere al tempo è pura illusione. Occorre vivere nel presente con ciò che conta davvero, non con ciò che ci fa comodo raccontarci per evitare l'inevitabile impatto col cambiamento. Ciò che non riusciamo a cambiare diventa la fonte dei nostri malesseri e dei disturbi specifici della nostra epoca: ansia, attacchi di panico, depressione e somatizzazioni quotidiane. Tutti i " NO" che non riusciamo a dire.

mercoledì 15 luglio 2015

Il fattore tempo


Siamo nell'era della velocità, di immagini che scorrono a slide impazzite: tutta la percezione della realtà è ormai influenzata da un rapporto maniacale e patologico con il "tempo". Stiamo perdendo il dialogo, l'ascolto, le pause, il tempo dell'esserci e del dedicarsi, essere presenti a se stessi ed all'altro, la consapevolezza. Vedendo il film " il posto delle fragole" di Bergman, un capolavoro pluripremiato del cinema anni cinquanta, ho sentito dire spesso che era un film "lento". Ecco ! abbiamo proprio perso la "lentezza", perchè? Si diventa ansiosi nell' ascoltare dialoghi molto profondi, osservare emozioni ed espressioni del viso e del corpo, le pause che sono fondamentali come in musica per far sì che ci sia armonia e senso alle manifestazioni intime. Si vuole l'emozione facile , l'esaltazione e l'azione spesso travolgente e violenta: basta questo a fare un buon film? In realtà non a caso viviamo nell'epoca dell'ansia, dello stress, del panico e della depressione con tutto il corteo delle malattie psicosomatiche autoimmuni. L'unico modo distorto diffuso di utilizzare il tempo che si conosce, è ,da un lato, una continua accelerazione ansiogena verso un futuro incerto e confuso e ,dall'altra, ad un uso depressivo nostalgico che va verso il passato. Il mondo reale sembra svanito nella chiacchierologia sia politica che scientifica, culto del "chi si ferma è perduto", l'incapacità a dire no ed uscire dalla giostra impazzita! Ansia, attacchi di panico e depressione sono patologie del tempo. 

sabato 4 luglio 2015

Battisti cantava anni fa "paura d'innamorarsi troppo".


Ci s'innamora "troppo" quando il bisogno interiore d'amore è terribilmente affamato; quando il buco depressivo profondo aspetta di essere totalmente riempito dall'altro sopravvalutato e sovrastimato. Dopo la grande abbuffata bulimica poi scatta inevitabilmente il fenomeno del rigetto. Per amare sul serio e riconoscere l'esistenza del partner, il buco interiore può essere colmato solo da noi stessi non dall'altro, di cui poi si corre il rischio di diventarne ostaggio.

giovedì 2 luglio 2015

Il lato oscuro della vita: al di là del bene e del male



Certo, si può vivere una vita perfettamente quadrata, tutto alla luce del sole, rapporti certi ed affidabili, una famiglia ben organizzata ed efficiente, situazione economica soddisfacente della serie "non ci facciamo mancare nulla". Pur tuttavia una vita perfetta non è così perfetta come possa sembrare. Quante volte abbiamo sentito dire "era tutto così perfetto, come immaginavo, come volevo, ora non riesco a credere ai miei occhi" . Si stigmatizza così la fine di un'illusione. Certo, una vita perfetta richiama un pò l'immagine del "paradiso terrestre" ma spesso dimentichiamo che siamo stati cacciati da quel paradiso perchè il nostro destino è nascere , abbandonare i luoghi protetti ed entrare nella vita, nel mondo. Il grembo materno è il luogo simbolico per eccellenza del paradiso terrestre, ma dimentichiamo però che è solo un luogo di passaggio che ci prepara  all'espulsione verso il mondo , l'esistenza. Nascere e vivere, fare il nostro percorso esistenziale, seguire il proprio processo d'individuazione hanno una meta fondamentale: armonizzare gli opposti dentro noi e integrare il nostro "lato oscuro", mettere insieme ciò che usualmente viene definito il bene ed il male. Ecco allora che uno sconosciuto/a, un intruso d'improvviso farsi largo in una dimensione di quiete in un menage scontato, abitudinario, come in un "meriggiare pallido e assorto" (direbbe Montale) e sconvolge gli assetti stabilizzati, spesso staticizzati. Non è questo un accidente della vita! è invece la vita stessa che entra in scena potentemente. Allora? occorre un salto quantico di mentalità e valori. Entriamo finalmente nell'esperienza dell'esistenza: ciò che ci sembrava il male, il cattivo viene a metterci in asse rispetto alla vita ed al flusso energetico imprevedibile proprio sconvolgendo l'assetto scontato ed abitudinario.

La giusta distanza in amore...


In Amore il "tenersi stretti" per non perdersi fa oscillare il rapporto come un pendolo, tra il bisogno dell'altro ed il bisogno di libertà. I rapporti buoni cercano la giusta distanza tra il proprio confine e quello dell'altro. Più si accorciano le distanze più si litiga per ripristinare il proprio confine. Occorre coltivare il desiderio dell'altro; rispettare e riconoscere l'esistenza dell'altro, altrimenti l'amore evaporerà per consunzione con sentimenti di rabbia e confusione. 

PosVivi ed ama, non pensare.. in evidenza

Vivi ed ama, non pensare..

"Pensare" non è "aver pensieri nella testa"...pensare davvero è un lusso di pochi. La maggior parte delle persone sono d...