mercoledì 15 luglio 2015
Il fattore tempo
Siamo nell'era della velocità, di immagini che scorrono a slide impazzite: tutta la percezione della realtà è ormai influenzata da un rapporto maniacale e patologico con il "tempo". Stiamo perdendo il dialogo, l'ascolto, le pause, il tempo dell'esserci e del dedicarsi, essere presenti a se stessi ed all'altro, la consapevolezza. Vedendo il film " il posto delle fragole" di Bergman, un capolavoro pluripremiato del cinema anni cinquanta, ho sentito dire spesso che era un film "lento". Ecco ! abbiamo proprio perso la "lentezza", perchè? Si diventa ansiosi nell' ascoltare dialoghi molto profondi, osservare emozioni ed espressioni del viso e del corpo, le pause che sono fondamentali come in musica per far sì che ci sia armonia e senso alle manifestazioni intime. Si vuole l'emozione facile , l'esaltazione e l'azione spesso travolgente e violenta: basta questo a fare un buon film? In realtà non a caso viviamo nell'epoca dell'ansia, dello stress, del panico e della depressione con tutto il corteo delle malattie psicosomatiche autoimmuni. L'unico modo distorto diffuso di utilizzare il tempo che si conosce, è ,da un lato, una continua accelerazione ansiogena verso un futuro incerto e confuso e ,dall'altra, ad un uso depressivo nostalgico che va verso il passato. Il mondo reale sembra svanito nella chiacchierologia sia politica che scientifica, culto del "chi si ferma è perduto", l'incapacità a dire no ed uscire dalla giostra impazzita! Ansia, attacchi di panico e depressione sono patologie del tempo.
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