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Spesso chiamiamo amore un incontro di nevrosi, piuttosto che un incontro di anime. Aspettative, richieste, bisogni dell’uno e dell’altro finiscono per sostituirsi all'emozione d'amore . Spesso, in un rapporto d’amore, chiediamo all'altro di colmare il nostro vuoto o di soddisfare i nostri bisogni frustrati e riusciamo in maniera perversa ad essere credibili, ingannando noi stessi e l’altro con maschere e corazze che ci chiudono in monologhi o dialoghi interni. In amore, spesso, ognuno se la canta e se la suona da solo, alla fine poi,diamo sempre la colpa a lui o lei. Insomma, domina incontrastata l'inconsapevolezza: al primo incontro con la persona da cui siamo attratti scattano inconsapevolmente le proiezioni ed i bisogni di ognuno sull'altro. E' così che si ripete un vecchio copione.
In realtà cosa cerchiamo attraverso l’amore?
L’amore dovrebbe dovrebbe essere un incontro, piuttosto che una richiesta, dovrebbe poter nascere dalla gioia, piuttosto che dalla frustrazione. Essere in contatto con se stessi non con l'immagine di sè: il corpo è pronto per amare , per accogliere, se ami, non è ambivalente , non fa voto di scambio.
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