Nella specificità del nostro lavoro conta moltissimo quella che viene definita "l'equazione personale", cioè la nostra struttura e storia di personalità che incontra ed influenza quella dell'altro nel transfert. Per questo ritengo essenziale una lunga formazione ( anche corporea) sul riconoscimento di quanto si proietta di proprio, di personale, sul paziente che non gli appartiene. Non possiamo essere eccessivamente distaccati ma nemmeno troppo coinvolgenti. Occorre un equilibrio straordinario tra il sentire, il capire ed il comunicare: una vera e propria arte del vivere e dell'incontro. Il bravo terapeuta assomma, inoltre, dati propri di creatività di capacità intuitiva ed oserei aggiungere anche capacità artistiche che creano quel mix di genialità nei grandi maestri con cui ho avuto la fortuna di conoscere e di formarmi. Infine l'esperienza di vita: un terapeuta coltivato in laboratorio è di fiato corto non può avere il guizzo , il talento che questo lavoro fatto a livelli ottimali può avere. Occorre pertanto una buona e lunga formazione fatta con guide di spessore umano e professionale nonché esperienze qualitative esistenziali. Il buon terapeuta è un viaggiatore dell'anima ed ama con curiosità la vita, il lavoro, l'amore e la conoscenza. Diceva il caro maestro Aldo Carotenuto : "la nostra professione è più vicina all'arte che alla scienza".
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